Luigi Ravizza
Stress e Salute Mentale
La prima formulazione organica
del concetto di stress nella forma che è stata alla base
degli sviluppi successivi, risale a Selye che nel 1936 definì
la reazione secondaria ad agenti nocivi di tipo fisico, chimico
o biologico come sindrome generale di adattamento. Venne in
seguito indicato come stress la reazione biologica comune a
vari stimoli nocivi, quindi una risposta non specifica dell'organismo
ad ogni richiesta effettuata su di esso. Da questo modello si
traggono assunzioni importanti: quella che lo stress è
una reazione di tipo aspecifico, cioè uguale per stimoli
molto eterogenei; che gli stimoli, oltre che fisici, possono
essere di natura psicosociale; che lo stress è anzitutto
una reazione difensiva, adattiva e quindi utile all'organismo.
Mason ha formulato l'ipotesi che parallelamente alla reazione
biologica vi sia costantemente un'attivazione di tipo amozionale.
L'attivazione emozionale indotta dallo stimolo, viene organizzata
funzionalmente dal sistema limbico e si manifesta non solo a
livello somato-biologico, ma anche a livello comportamentale
con precise finalità adattive e difensive.
L'emozione può quindi essere vista come una reazione
comportamentale e biologica integrata, finalizzata all'adattamento
dell'individuo alle mutate condizioni di stimolazione interna
o esterna, rappresentata da stimoli psicosociali o intrapsichici.
Una ulteriore evoluzione del significato di stress si è
avuta con l'osservazione che la reazione da stress tende ad
essere personalizzata e specifica per ogni individuo. Si associano
quindi la vulnerabilità dell'individuo e la mediazione
cognitiva che permette all'individuo di valutare soggettivamente
la pericolosità o meno dello stimolo, di gestire e controllare
le reazioni emozionali che possono condurre allo stress cronico.
Gli stressors sia intrapsichici che psicosociali possono indurre
risposte biologico-comportamentali e la reazione di stress si
esprime costantemente attraverso un programma psicobiologico
ed un programma psicocomportamentale, con la mediazione cognitiva.
Entrambi i programmi sono finalizzati alla neutralizzazione
dello stressor, per evitare le condizioni di stress cronico,
che solo è l'elemento patogenetico della malattia sia
sul versante somatico che psichico.
Allo stress acuto che viene disattivato con una adeguata risposta
di adattamento corrisponde una situazione di salute mentale.
Lo stress cronico invece è la matrice di molti disturbi
psichici che vanno dal disturbo post-traumatico da stress, a
vari disturbi d'ansia, dai disturbi d'adattamento alla depressione.